Una tendenza avviata ormai da tempo è il ricorso alla previdenza complementare da affiancare a quella ordinaria.

Le riforme del sistema pensionistico, infatti, faranno sì che le pensioni dei lavoratori più giovani saranno quasi sicuramente insufficienti.

È quindi evidente che la popolazione più giovane sarà quasi obbligata a cercare strumenti alternativi, per far sì che al momento dell’uscita dal mondo del lavoro riescano a mantenere un minimo di sostenibilità economica. Esistono numerosi strumenti innovativi che consentono di investire in maniera programmatica, con un’asset allocation variabile e godendo di un trattamento fiscale agevolato.

 I fondi pensione

Chi oggi si affaccia al mondo del lavoro, sia da dipendente che da autonomo, si rende presto conto che non sarà possibile accontentarsi della pensione pubblica.

L’assegno previdenziale, quindi, ha la necessità di essere affiancato da strumenti complementari, come i fondi pensione che permettono di modulare il contributo mensile a seconda delle esigenze del cliente. Il titolare del fondo pensione, guidato dal proprio consulente decide quindi le scelte di investimento.

Essendo un cosiddetto “risparmio forzoso”, che ha lunga durata nel tempo, il ruolo del consulente risulta fondamentale.

Il consulente, infatti, deve comprendere le esigenze del cliente e sulla base di queste e di un’attenta analisi disegnare la migliore soluzione previdenziale del cliente.

Per gli imprenditori e i liberi professionisti la previdenza integrativa è ancora più importante, visto che in base al cambiamento demografico le pensioni dei liberi professionisti saranno ancora più basse di quelle dei dipendenti. Ciò significa che imprenditori e autonomi devono dedicare a questo investimento importi anche maggiori rispetto a quelli dei lavoratori dipendenti.

Inoltre, diversamente dal passato, adesso è anche possibile attingere da questi fondi, in caso di esigenze eccezionali, rendendo la decisione anche più semplice.